Il mese di Marzo si conclude con la domenica di Pasqua, quel giorno dal quale tutto ha avuto un nuovo inizio per l’umanità. Un uomo, Gesù, crocifisso, risorge e coloro che avevano vissuto con lui partono per il mondo allora conosciuto ad annunciare che è vivo, che è presente e ci invita a trovare la risposta ai nostri desideri e interrogativi riconoscendo Dio Padre, Padre di ogni uomo e invitandoci ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati.
Cosa farebbe Gesù oggi se venisse a trovarci?
Qualcuno mi ha detto: “farebbe come ha fatto con i venditori e i cambiamonete al tempio di Gerusalemme” forse perché oggi la violenza è di moda! I discepoli di Gesù hanno giustificato quel gesto con le parole del salmo 69 “lo zelo per la Tua casa mi divorerà”. Lo zelo per il Padre porterà Gesù fino alla morte di croce.
Quindi lui ha subito la violenza. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto ma abbi a la vita eterna”. È il cuore della fede cristiana questo messaggio che regala fiducia e gioia perché l’amore di Dio ha trovato il vertice nel dono del suo Figlio all’umanità e a tutti noi.
Gesù su attribuisce i titoli di Figlio dell’uomo, Figlio della luce, Figlio di Dio. Il tempo di quaresima ci fa capire che chi si fida del “Figlio dell’uomo” viene liberato per sempre e vive della vita di Dio e che abbiamo un Padreche ama l’umanità al punto da regalarle il Suo Figlio per donarci la sua stessa vita.
Gesù è la “luce” che viene nel mondo per distruggere le tenebre che impediscono di vedere il bene. Chi fa la verità e pratica il bene e cammina nella luce non può fare altro che buone opere. Ecco allora che quanti vogliono vedere Gesù, che è il desiderio di tanti uomini e donne di oggi, Gesù risponde “se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore produce molto frutto” cioè se volete conoscermi, se volete capirmi guardate il chicco di grano che muore, guardate la croce.
Potremmo dire che nei momenti difficili della vita, nelle prove, la grazia di Dio può far germogliare la vita e in questo intreccio di morte e vita può sfociare la gioia generata da compassione, vicinanza, fraternità, accoglienza. È lo stile di Dio.
Ecco allora che il Messia che entra a Gerusalemme cavalcando un’asina e poi finisce sulla croce, deve prepararci a quello stupore del centurione che a nome nostro, guardando Gesù morire in quel modo esclama “davvero quest’uomo era figlio di Dio”. Di fronte a questo stupore, di fronte alla capacità di comprendere quanto Dio ci ama, dovrebbe nascere in ogni persona la coscienza e la consapevolezza della bellezza del regalo che Dio ci fa donandoci la possibilità di ricominciare sempre da capo, scoprendo sempre nuove strade da percorrere perché con Lui vivo accanto a noi ogni giorno possiamo sognare sempre vie nuove.
Non c’è posto per: “so già”, “ho già visto” , “che noia”
perché Gesù risorto ci ama e ci abita nella vita di ogni giorno.
Auguri di libertà, di novità e di speranza.