Non so perché proprio all’inizio delle vacanze estive e delle ferie mi vengono strani pensieri! Mi sono sorti vivendo il GREST 2024 con adulti, giovani adolescenti delle parrocchie di Moniego e Cappelletta e in contemporanea anche alla preparazione della sagra della Madonna del Carmine di Cappelletta. Vedo i ragazzi abbracciarsi con i loro animatori e gli animatori portare avanti i loro incarichi con responsabilità con adulti che sanno stare accanto a loro condividendo tempo prezioso della loro vita. Dentro di me penso: questa è una vera comunità. Allo stesso tempo le pagine dei quotidiani mi dicono che dei coetanei dei nostri animatori sono capaci di uccidere un loro coetaneo. Come parroco mi chiedo cosa possiamo fare come comunità cristiana per rafforzare la certezza che seguendo Gesù e i suoi insegnamenti il mondo andrebbe veramente meglio? Come posso far crescere la certezza di continuare a sperare e pregare per la pace perché la pace non è un utopia ma è l’unica possibilità di vita vera per l’umanità?
In un contesto in cui il tempo diventa sempre più assente causa dei ritmi vertiginosi della nostra società e vivendo in un tempo in cui tutti si sentono liberi di fare tutto ciò che vogliono cosa possiamo fare per le nostre comunità parrocchiali, per ragazzi, adolescenti, giovani, adulti e famiglie?
Sentiamo spesso dire: non ho tempo. Eppure nelle nostre comunità troviamo persone disponibili per preparare sagre tornei catechismo sport eccetera, allo vuol dire che ci sono delle possibilità.
Ci sono delle radici profonde che hanno segnato la vita delle persone e che veramente sono disposte a “lavorare”, “sudare” e “faticare” per creare accoglienza e momenti conviviali.
C’è una sfida che il tempo presente ci chiama ad affrontare. Certo la vita di un cristiano è impegnativa ma c’è una straordinaria possibilità di trasformazione delle modalità di partecipazione per occupare con prospettive nuove anche un cammino di fede.
C’è tanto spazio lasciato a noi cristiano e l’importante è chiederci come prendere sul serio l’incontro tra persone? Come ascoltare ciò che per l’altro è importante? In un mondo, anche quello adolescenziale e giovanile, che tende ad isolarsi, come favorire strade per comunicare autenticamente tra noi? Il nostro vescovo Michele, nella sua lettera “Parla Signore…” scrive “L’ascolto reciproco è il metodo e, al tempo stesso, il contenuto principale di un cammino Sinodale”. Allora l’altro interrogativo che sorge è: come aiutarci a metterci ai piedi di Gesù per ascoltare la PAROLA?
È importante che ciascuno di noi se lo chieda.
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