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Augurandoci Buon Anno,

non possiamo dimenticare le parole che Papa Francesco ci ha lasciato, durante il tempo Natalizio.

C’è una grave carestia di Pace, non solo sulla martoriata e cara UCRAINA ma anche in Siria, in Terra Santa, Libano, la regione del Sahel in Africa, Yemen, in Myamar «mentre ci viene donato il Principe della pace, venti di guerra continuano a soffiare gelidi sull’umanità».

Non solo ma come Chiesa siamo chiamati con la CARITÀ, la Parola e il Perdono a migliorare la nostra testimonianza “La crisi Ucraina ha ulteriormente aggravato la situazione lasciando intere popolazioni, specialmente in Afganistan e nei paese del Corno d’Africa”.

Non ha, poi, tralasciato l’attenzione delle persone che patiscono la fame «mentre ogni giorno, grandi quantità di alimenti vengono sprecate e si spendono risorse per le armi».
Concludeva «si festeggia il Natale, ma non quello di Gesù». Il papa chiudeva così il suo discorso: «Ti vediamo povero, a insegnarci che la vera ricchezza non sta nelle cose, ma soprattutto nelle persone, soprattutto nei poveri. Scusaci se non ti abbiamo riconosciuto e servito in loro…Gesù aiutaci a dare carne e vita alla nostra fede.

All’Angelus, dopo aver ricordato che per otto giorni diremo «oggi Cristo è nato», partendo dalle testimonianze (martirio) dei santi martiri Stefano e i Santi Innocenti, ci ricorda che il NATALE non è una fiaba ma la nascita e la venuta del Salvatore che ci libera dall’egoismo, dal peccato e dalla morte. «Facciamo benne a domandarci –continua papa Francesco-, Io testimonio Cristo?» E partendo dalla testimonianza di Santo Stefano, diacono e martire, ha ricordato l’importanza della CARITÀ, di accogliere la Parola per poi annunciarla e testimoniarla, e il Perdono come Gesù a Stefano ha perdonato i suoi uccisori. E ci lasciava questo interrogativo: «Com’è la mia capacità di perdonare?».

Grazie Papa Francesco, ti abbiamo visto stanco, affaticato, preoccupato ma quel bambino Gesù, portato da te sulla ginocchia, era al sicuro e noi ci sentiamo incoraggiati da te, Santo Padre, sulla via del Bene

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Le nostre comunità siano riconoscenti a tutti coloro che ci hanno permesso di vivere a pieno il tempo natalizio attraverso la cura delle celebrazioni, addobbi, presepi, momenti conviviali, attenzione a poveri e malati e attraverso il canto. Ci hanno fatto vivere emozioni, momenti di serenità e di fraternità che, nonostante i momenti non facili che stiamo vivendo, porteremo nel cuore per tutta la vita.