Commento ai Vangeli del mese

Pubblicato giorno 3 dicembre 2021 - Senza categoria

Commento ai Vangeli del mese

Domenica 5 Dicembre II di Avvento – Luca 3, 1-6

La missione del Maestro si racchiude in un cammino: come la Parola fa partire Cristo dal luogo dove finiva il cammino dell’Esodo, davanti alla terra promessa oltre il Giordano, anche Giovanni inizia il suo cammino dove lo aveva lasciato Mosè. L’Antico e il Nuovo Testamento convergono e vedono in Gesù colui che condurrà Israele nella Terra Promessa, mentre Giovanni ha la funzione di richiamare la figura del profeta e liberatore di Israele che guida il popolo nel deserto. Come Mosè chiamò il popolo a uscire dall’Egitto, Giovanni annuncia il passaggio dalla schiavitù del peccato esigendo la conversione dei cuori.

Mercoledì 8 Dicembre – Immacolata Concezione – Luca 1, 26-38

Maria, una ragazza giovanissima, devota ma senza alcuna pretesa, si è sentita preferita da Dio. È accaduto qualcosa che l’ha sconvolta, ma ha saputo ascoltare la voce del Signore che le diceva di non temere, di avere fede. Ha aperto le braccia e ha detto “Sì”. Un sì che è un atto di fede e da allora, con il suo esempio, ha suggerito un metodo di vita per affrontarne tutti gli imprevisti. Ci ha insegnato che dicendo Sì Dio può intervenire nel Mondo. Tutto il senso della vita dell’uomo sta in questa adesione.

Domenica 12 Dicembre III di Avvento – Luca 3, 10-18

Alle persone che gli chiedono cosa fare Giovanni risponde che la condizione necessaria è il compimento del comandamento dell’amore del prossimo, espressione reale dell’amore di Dio. Allo stesso tempo indica loro dove risiedono l’ingiustizia e l’errore, che devono essere superati.

Non chiede sacrifici, ma l’esercizio della carità e della rettitudine nel compimento del proprio dovere.

La domanda “che cosa dobbiamo fare” è propria dell’uomo, quindi di ognuno di noi.
Dobbiamo cambiare direzione e intraprendere la strada della giustizia, della solidarietà e della sobrietà.

Domenica 19 Dicembre IV di Avvento – Luca 1, 39-45

Appena ricevuta la notizia, Maria parte subito per andare dalla cugina Elisabetta, non preoccupandosi per sé stessa e mettendo al primo posto gli altri. La nascita di Gesù comincia con un semplice gesto di carità. All’arrivo lo Spirito Santo scende su Elisabetta, che sperimenta la gioia quale veicolo che segnala la presenza del Signore. Elisabetta ha accolto la Parola, ha ricevuto il Segno, ha riconosciuto il Signore e ha annunciato la buona notizia.

Sabato 25 Dicembre – Natale del Signore – Luca 2, 1-14

Gesù non nasce come un Re, ma nella povertà e nella semplicità per venire nella nostra quotidianità, accanto a noi nella nostra vita semplice di tutti i giorni. Come i pastori, considerati ultimi, disprezzati; eppure il Signore si rivela a loro. Essi hanno due meriti: attendono vigli nella notte, vegliano, e poi, senza indugio vanno a Betlemme, fidandosi dell’Angelo. Il coinvolgimento dei pastori è la manifestazione che Dio vuole essere vicino ad ogni uomo, soprattutto chi è ai margini, restituendo dignità e la passione per annunciare ciò che si è visto, ascoltato e sperimentato.

D omenica 26 Dicembre – Santa Famiglia di Nazareth – Luca 2, 41-52
L’incontro di Gesù con i dottori del tempio è inizio di un nuovo tempo per la Santa Famiglia. Un percorso di maturazione in cui la consapevolezza sovrasta gli annunci profetici, con tutto il peso della realtà da accogliere come un dono. Gesù, dodicenne, ha raggiunto la maturità. Il dono di se non è circoscrivibile ai legami familiari. Ecco il vero senso della famiglia: custode dell’amore di un figlio che ha generato e accompagnato, per prepararlo alla vita che non è proprietà dei genitori. È l’esodo di ogni famiglia: irrobustire le proprie radici perché, nella libertà, ogni figlio trovi la sua propria vocazione. La semina nel pianto, proprio del lasciare, è garanzia della gioia per il raccolto.