A volte tutti “ borbottiamo”
Pubblicato giorno 7 luglio 2022 - Don Valeriano
A volte tutti “ borbottiamo” della politica e dei politici, ma spetta anche ad ognuno di noi manifestare attraverso il voto, la possibilità di eleggere chi, secondo noi, crede nel cambiamento. L’impossibile diventerà possibile se ripartiamo dal cuore, anche dal cuore di quelle persone che cercano Dio e cercano giustizia. Penso che i giovani hanno la missione, nel nostro mondo malandato da un punto di vista sociale, economico, politico e religioso, di aiutare a relazionarci in semplicità e in verità, per scoprire le ricchezze di ogni persona e per metterle in sinergia per tentare di guarire prima di tutto noi stessi, il mondo e le persone.
La missione affidata ai giovani è la stessa missione che Gesù ha affidato ai suoi discepoli: l’intera creazione attende con ansia che si realizzi il Regno di Dio: Regno di AMORE, di GIUSTIZIA e di PACE. Non possiamo più perdere tempo!
Quante volte qualcuno ci ha detto: “Non ho più pace”. Gesù invia i suoi discepoli non per condannare o per minacciare castighi, ma per annunciare quella pace che tutti cercano nella loro vita.
Ci vuole grande fede per credere nella pace universale. Può essere più facile credere in Dio che tener viva in noi la speranza nella pace universale.Chi, come Francesco d’Assisi, sa camminare con i poveri, i miti, gli indifesi, i piccoli costruisce pace.
L’amore consiste nel camminare nel mondo secondo il progetto di Dio: l’amore al prossimo.
Se Dio ci ha tanto amati, sarebbe logico dire che anche noi dobbiamo amare Dio. Dio invece non chiede nulla per sé, c’è un solo modo di rispondere al Suo amore: “ama il fratello non a parole e con la lingua, ma con i fatti e nella verita” (1Gv 3,18)
Per i cristiani l’ospitalità è un ricordarsi della loro condizione di ”passaggio” in questo mondo, e ci ricorda che Cristo è giunto nel mondo come forestiero «venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto» «Se qualcuno ascolta la mia voce, io verrò da lui…».
Siamo tante volte titubanti e indecisi quando Gesù bussa alla nostra porta, esitiamo prima di aprirgli la porta perché sappiamo che la sua parola scombussola la nostra vita. Rischiamo di impedire alla felicità di entrare nella nostra vita.
Vorremmo un Dio che ci risolvesse i problemi….Preghiamo per chi è malato, per chi è senza lavoro, per il figlio di chi si è messo su una strada non bella, per le discordie tra le famiglie, per la pace o chiediamo la pioggia…
E a volte ci sembra che sia sordo, tutto procede come se non esistesse, a volte gridiamo a Lui, addirittura lo imprechiamo, vorremmo un Dio che realizzasse i nostri sogni…
Dio vuole liberarci dai nostri sogni, quelli che non portano da nessuna parte, per coinvolgerci nei suoi progetti.
Insomma «che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?»
Quando ci impegniamo non per il “mio” o il “tuo” bene ma per accrescere il “nostro”bene, allora saranno eliminate le cause delle guerre, delle discordie..
È bello contemplare, specialmente nei giovani, liberi dagli orpelli del ‘già saputo’ o ‘conosciuto’ che guardano al futuro dell’umanità preoccupandosi del Creato, delle persone commuovendosi e partecipando alle sofferenze dell’umanità con spirito creativo e di donazione.
Sì, è possibile cambiare il mondo, ma non da soli è insieme e con la collaborazione di tutti che si possono realizzare azioni che lasceranno il segno nella storia del mondo e dell’umanità.
Don Valeriano