IL CONSIGLIO PASTORALE
Pubblicato giorno 26 febbraio 2023 - Senza categoria
Il Consiglio Pastorale della Collaborazione Cappelletta Moniego, si è riunito lo scorso 24 gennaio.
Con queste righe vogliamo rendervi partecipi di quanto stiamo facendo mettendo insieme in ogni appuntamento le idee, i dubbi, le proposte dei vari gruppi presenti nelle nostre comunità.
Nell’ultimo incontro, oltre ad alcuni punti di carattere generale e organizzativi, si è affrontata la discussione, o meglio la riflessione sul cantiere messo in atto da alcuni anni nella Chiesa di Treviso, prima, e poi in tutta la Chiesa mondiale: una grande operazione di discernimento su “comunione, partecipazione e missione” dei Cristiani.
Nelle nostre comunità di Cappelletta e Moniego, come possiamo affrontare concretamente scelte semplici che realizzino quanto finora elaborato e prodotto?
Come rendere le nostre celebrazioni più “belle”? Come migliorare l’uso delle strutture parrocchiali in modo da renderle più aperte alla loro funzione di crescita umana e di fede specialmente per giovani adolescenti e famiglie?
Come rendere missionaria la nostra comunità?
Ci stiamo chiedendo ormai da tempo come far fronte all’abbandono da parte di molti della partecipazione alla messa domenicale; il fenomeno era già presente prima dell’inizio della parentesi Covid, ma questo evento ne ha provocato una sensibile accelerazione .
Non si tratta di contare le persone per “fare numero” ma di chiederci quanto siamo capaci di capire meglio che cosa vuol dire ascoltare la Parola di Dio, assumerla, seguirla, renderla viva e quanto siamo in grado di rendere visibile la comunità alla luce del messaggio evangelico .
La questione riguarda in modo particolare i più piccoli, bambini e ragazzi, che frequentano ancora il catechismo ma che non sono presenti, se non in numero irrisorio, alle messe. Sarà sufficiente mettere in atto idee, iniziative pratiche, eventi particolari?
Si, alcune cose funzionano: abbiamo osservato che l’esperienza della 1^ domenica del mese a Moniego, con la messa dedicata ai ragazzi, funziona abbastanza bene. Rimane però il problema dell’efficacia del nostro “trasmettere”; come catechisti/e dovremmo impegnarci per trovare metodi che favoriscano l’attenzione, il silenzio per poter far giungere la nostra comunicazione. Il messaggio, le esperienze, però, non vanno solo raccontate;
devono essere vissute, e allora ci dobbiamo chiedere quanto sia importante per noi Dio, se venga sempre al primo posto, se siamo in grado di fare scelte alternative a quelle comuni del porre al primo posto solo il lavoro, la propria famiglia, i propri interessi. I più giovani percepiscono se il nostro è vero “servizio” .
Servizio è un termine importante anche per i ragazzi e i giovani che hanno spesso il desiderio di offrire il proprio tempo, insieme ai coetanei,
per dare qualcosa alla comunità.
Non dobbiamo sottovalutare questo aspetto del vivere insieme:
attraverso l’esperienza viva essi possono sentire il desiderio di avvicinarsi al Vangelo e capire che le celebrazioni comunitarie sono un bisogno vitale per avvicinarsi a Gesù.
Esse rappresentano per tutti un momento pedagogico nel percorso di continua crescita che ogni cristiano percorre.
Il nostro impegno allora deve essere anche quello di favorire l’ascolto della Parola, con una proclamazione frutto di preparazione e fatta con solennità, per fare in modo che essa arrivi nel cuore di chi ascolta, per dare a tutti la sensazione di aver davvero incontrato il Signore nella sua Parola!
Non sono certo novità, ma dev’essere nuovo il modo in cui ci poniamo perché quanto facciamo sia vero “servizio”.
Così anche la ripresa del servizio dei chierichetti e delle ancelle dovrà essere ripristinato e preparato
favorendo una partecipazione ampia dei ragazzi e delle ragazze che vivranno fortemente la
partecipazione alla celebrazione essendone parte viva.
E‘ necessario e impellente, inoltre, che poniamo grande attenzione all’incontro, alla relazione con le
persone, piccoli e grandi, ragazzi/e e adulti. Spesso le persone tutte e i giovani in particolare,
aspettano solo di essere chiamati personalmente, uno ad uno. Per questo non basta affiggere
cartelli, diffondere avvisi; bisogna invece “andare verso”, “metterci la faccia” perché in particolare
per i più giovani, c’è la necessità che anche le famiglie conoscano chi siamo, cosa proponiamo e,
magari, attraverso questi incontri “ravvicinati” far conoscere che attività di carità verso gli altri,
come Caritas, mensa per i poveri, raccolte varie, non sono destinate solo ai giovani ma a tutti i
componenti la comunità.
Al termine c’è stato anche un breve confronto sulle strutture della Parrocchia, costruite con sacrificio
e passione negli anni dalla comunità. Dovremo riflettere e ripensarne l’uso perché tornino ad essere
strumento di incontro.
La serata è stata veramente intensa; sono emerse tante riflessioni, tante idee, anche qualche
perplessità che però non dovrà scoraggiarci perché , le idee verranno, il cammino è avviato e, passo
dopo passo, non può che portarci all’incontro con Gesù, nel quale confidiamo e senza il quale tutte le
nostre fatiche sarebbero vane. La segreteria